Nota: La lunghezza di questo articolo potrà aumentare nel corso del tempo, chi ha detto che una riflessione ha un inizio e una fine?
Oggi IA è la parola chiave che definisce “per forza di cose” l’innovazione, e proprio su questo punto vorrei riflettere: cosa significa innovazione?
Molti entusiasti dell’intelligenza artificiale si riferiscono ad essa come un ad un’entità pensante, dimenticando che siamo di fronte ad uno strumento, and un cervellone in grado di “imparare” sulla base di dati e fornire “risposte” o materiali multimediali sulla base delle richieste, si tratta dunque di uno strumento, certamente automatizzato rispetto ad uno strumento inteso nel senso classico come un martello o una chiave inglese, ciò non toglie che, soprattutto per quanto riguarda i prodotti multimediali generati dall’intelligenza artificiale, si tratta di assemblaggi più o meno raffinati – e più o meno belli – di un enorme calderone di dati di partenza, nella mia visione il “l’ia ha detto/ha disegnato/ha creato” ha un significato molto più ridimensionato.
Detto questo, è innegabile che questa nuova tecnologia abbia un potenziale rivoluzionario e possa essere utilizzata per fare grandi cose, calcoli, indagini, operazioni ripetitive e per produrre materiale mediale; l’impatto è sicuramente di quelli pari ad una rivoluzione come è stato per la macchina a vapore nella rivoluzione industriale, ed il paragone non è casuale:
Ritengo infatti che per utilizzi puramente strumentali quali analisi dei cosiddetti big data, elaborazione di enormi moli di dati per ricavarne qualcos’altro – un esempio è l’analisi finalizzata ad individuare nuovi materiali, nuovi farmaci e nuove cure – è sicuramente qualcosa di assolutamente prezioso, così come l’utilizzo di questo nuovo strumento per le operazioni ripetitive e dunque automatizzabili, fermo restando che il controllo umano non avrà mai un ruolo marginale nella supervisione di questi processi, mentre il discorso relativo all’utilizzo di questi strumenti negli ambiti della creatività e della scrittura è del tutto simile alla produzione di massa ma prodotti a basso costo.
Arte e creatività
Esistono certamente strumenti basati su IA che generano prodotti creativi oggettivamente gradevoli, tuttavia il larga parte le richieste (anche piuttosto semplici) si traducono in risultati privi di senso logico e grazia oppure in veri e propri “sogni da febbre” disturbanti sino ad arrivare a veri e propri incubi.
Nel campo di produzione mediale e multimediale il contrappunto è dunque tra produzione creativa industriale e l’artigianato di chi crea utilizzando il proprio intelletto e le proprie abilità; così come nel mondo delle professioni, anche qui industria ed artigianato sono destinate a convivere ed in alcuni casi a contaminarsi in modo bilaterale, si tratta dunque di utilizzare la nostra sensibilità e scegliere da che parte stare, se scegliere la produzione massiva magari per arrivare al profitto in tempi brevi e senza sforzi mentali (ad esempio i libri generati dall’IA e venduti su Amazon e simili) oppure se scegliere l’impervia strada dell’artigianato, con tutte le sue difficoltà ma anche con l’insostituibile valore e cuore insiti nei suoi manufatti.
Rimanendo nel campo dei prodotti creativi qualcuno potrebbe obiettare che l’apporto creativo potrebbe essere insito nell’istruzione fornita all’ia che si occupa della “produzione vera e propria”, si tratta di un’obiezione assolutamente lecita. Un fatto curioso è che questa questione è già stata proposta in tempi non sospetti e in un contesto “analogico” e non legato al mondo dei computer:
Nel 2022 Maurizio Catellan viene citato in giudizio da Druet1 che rivendica il diritto di essere riconosciuto delle sculture in cera che ha realizzato su concept di Catellan stesso; l’accenno a questo fatto “analogico” per evidenziare il fatto che il concetto di arte, o meglio di creatività (che preferisco di gran lunga) va ripensato su più livelli in un mondo dominato dall’intelligenza artificiale generativa.
Ovviamente non inserirò qui la definizione di creatività secondo Luca perchè credo che questo concetto abbia una definizione soggettiva per ognuno di noi dipendente dalla sensibilità del singolo.
- Per chi volesse approfondire l’affaire Catellan-Druet ecco un articolo che parla della questione e del relativo epilogo: https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2022/07/cattelan-causa-scultore-druet/ ↩︎